Jean Michel Jarre

Signore e Signori,
sono lieto di porgere a tutti voi un saluto da parte di CISAC, l’organismo che rappresenta a livello mondiale gli Autori, e che ho l’onore di presiedere.

CISAC è un entità globale unica, che rappresenta più di 4 milioni di soggetti creativi in oltre 120 Paesi. La nostra missione è quella di proteggere i diritti e di promuovere gli interessi degli autori di ogni tipo di repertorio, dalla musica alle arti visive, da quelle audiovisive a quelle teatrali e letterarie.

Voglio esprimere un ringraziamento speciale al Ministro Franceschini che per conto del Governo Italiano ha dato il suo appoggio a questo evento. Oggi, infatti, siamo qui per celebrare la forza straordinaria e le potenzialità dei diversi settori che compongono l’industria italiana della creatività.

Da molti anni ormai siamo consapevoli che in futuro la crescita economica non arriverà più dalla manifattura o dalle industrie tradizionali, ma dalla conoscenza e dalla creatività. A conferma di questo, oggi abbiamo i risultati di ricerche molto ampie e dettagliate che hanno analizzato una molteplicità di settori e di territori, sia a livello locale che globale.

Queste ricerche traducono le previsioni in prove e dati di fatto, e il quadro che ne emerge è davvero impressionante, non solo per quello che i nostri settori creativi hanno realizzato, ma anche per quello che possono realizzare in futuro costruendo il giusto contesto dove collocarli.

Oggi i soggetti creativi sono in grado di generare una grande economia. Secondo la ricerca commissionata da CISAC e realizzata da EY poco più di un anno fa a livello mondiale, il nostro settore, ovvero quello dell’industria creativa, vale 2.250 miliardi di dollari e dà lavoro a più di 30 milioni di persone. Si tratta di numeri spettacolari, che confermano l’enorme importanza dell’industria della creatività per il nostro futuro.

Questa ricerca di CISAC sull’impatto economico del settore, dal titolo “Cultural Times”, è stata pubblicata a dicembre 2015 e sta registrando un impatto reale a livello globale ed è utilizzata dai Governi e dai legislatori in diversi Paesi. E oggi, qui, il focus è sull’industria Culturale e Creativa in Italia.

Lo studio Italia Creativa che viene presentato oggi rappresenta un tassello importante del lavoro svolto a livello globale, che dimostra l’enorme contributo in termini economici e di occupazione che l’industria della creatività e della cultura danno all’economia del Paese.

Vorrei evidenziare uno dei risultati più impressionanti di questo studio: l’industria della creatività rappresenta in Italia il terzo settore in ordine di importanza sotto il profilo dell’occupazione, che supera in termini numerici l’industria alimentare, quella automobilistica, quella immobiliare e quella dei beni di lusso.

I membri di CISAC, che sono i creativi di tutto il mondo, sono il motore di questo successo. Le loro opere trainano la crescita del mondo digitale. Musica, cinema, libri e mezzi di informazione aiutano a moltiplicare la forza dell’attività digitale. Motori di ricerca e social media network sono dominati dalle opere di parolieri e compositori, sceneggiatori e registi, fotografi, scrittori e così via. Un gigantesco effetto di onda economica, il cui volano è rappresentato da milioni di creativi.

Sarebbe fantastico se guardando a questi numeri davvero impressionanti potessimo dire “è fatta”. Ma oggi non siamo qui per farci i complimenti, ma per costruire ancora altri successi, per identificare che cosa frena il progresso e per proporre soluzioni in grado di liberare tutto il potenziale laddove viene ostacolato.

Perché la verità è che, per i creativi, le cui opere sono il traino del settore, l’economia della creatività è meno efficace di quello che potrebbe essere. E di tutto questo oggi ne avrete le prove.

Dobbiamo porre rimedio ai difetti che ancora ci sono nei contesti in cui i soggetti creativi lavorano. E se lo faremo, i benefici economici saranno enormi per una nuova crescita dell’economia e dei posti di lavoro.

Il punto più critico che voglio sottolineare è noto come “trasferimento di valore” o “value gap”. Per vivere e per crescere i soggetti creativi devono ricevere un giusto compenso per le loro opere. Invece ancora oggi alcuni dei maggiori servizi di musica digitale hanno costruito grandissimi business sulle spalle della creatività, ma non le restituiscono quasi nulla in cambio. Questo non è giusto. E’ una distorsione del mercato ed è uno dei motivi che blocca la crescita nei settori creativi.

La buona notizia è che il problema del “trasferimento di valore” è stato finalmente riconosciuto dai legislatori. L’Unione Europea ha deciso di affrontarlo attraverso la nuova Direttiva sul Copyright che è stata presentata lo scorso anno e che dovrebbe mettere fine alla mancata applicazione delle leggi sul diritto d’autore che svalutano l’utilizzo delle opere creative online. Se approvata sarebbe davvero un’ottima notizia per gli autori, che permetterebbe di far ripartire la crescita economica in questo settore.

Dobbiamo sostenere con tutta la nostra forza questa proposta nel suo percorso legislativo al Parlamento Europeo quest’anno. Dopo di che dovremo guardare fuori dall’Europa e affrontare lo stesso problema nel resto del mondo.

In conclusione: l’industria della creatività ha un’importanza enorme per il futuro delle nostre economie e per l’occupazione. L’Italia, come dimostra la ricerca presentata oggi, indica la strada da seguire. Ma c’è ancora tanto da fare per generare ancora più sviluppo e prima di ogni altra cosa bisogna risolvere il problema del trasferimento di valore e dare il nostro pieno sostegno all’iniziativa presa in tal senso dall’Unione Europea.

Vi ringrazio e auguro a tutti voi buon lavoro e un grande evento.

Credit Tom-Sheehan
Jean-Michel Jarre, Presidente CISAC