La sua è un’architettura che invita alla relazione tra elementi distanti, tra natura ed edifici, tra mare e terra, tra periferie e centro. Qual è la chiave di una convivenza positiva tra elementi differenti? Che caratteristiche dovrebbe avere una “casa” della creatività dove possano convivere tutte le espressioni del mondo culturale?

Penso che dovrebbe essere una casa con molte stanze che affacciano tutte su un grande patio dove ci si incontra e si discute di continuo. Dico questo perché la creatività italiana è sostanzialmente una creatività in relazione, nasce dal contaminarsi dei linguaggi e delle culture; non è mai semplicemente solo un approfondimento specialistico.

Tra i compiti dell’urbanista c’è anche la creazione di luoghi capaci di accogliere, stimolare e facilitare lo scambio e la crescita economica di un territorio. In questo senso potrebbe avere un perché la creazione di una “cittadella della creatività”?

La creatività ha bisogno di uno spazio in cui esprimersi e questi spazi sono, naturalmente, spazi in qualche modo indefiniti perché la creatività si può esprimere in una stanza, in un garage come è successo in California, si può esprimere nell’aula di un’università, in una scuola, in un museo, in una strada. Io credo, però, che ogni tanto, avere dei momenti in cui la creatività si concentra sia importante. Il “Paese dove si aggiusta tutto” è l’idea di uno spazio, che io immagino poroso di comunicazione continua e che potrebbe nascere in una qualsiasi città italiana, dove si incontrano imprese creative che lavorano sul recupero, sul riciclo e sulla riparazione (che è un lavoro di restituzione di prodotti e di beni agli utenti). Ecco, se penso a dove l’urbanistica potrebbe aiutare la creatività penso al “Paese dove si aggiusta tutto” di Adriano Celentano.

Expo ha rivolto l’attenzione del mondo sul nostro Paese. Come esce l’immagine dell’Italia che crea da questa irripetibile opportunità di visibilità internazionale?

Expo è stato un grande successo di pubblico e di diplomazia internazionale, soprattutto con alcuni paesi (mi viene in mente la Cina). Expo ha, in qualche modo, confermato una grandissima attenzione verso i prodotti di qualità italiani che sono prodotti che spesso hanno al loro interno un plusvalore di creatività molto importante.

Infine avremmo il piacere di chiederle una frase o uno slogan, di sua invenzione, a supporto del progetto Italia Creativa

Le città italiane non sono solo il luogo delle grandi Istituzioni culturali, le città italiane sono fabbriche diffuse di cultura.