Parliamo del valore della creatività: che ruolo ha nel suo lavoro?

Essendo un artista, la creatività è alla base del mio lavoro. Penso però che la creatività sia un fenomeno comune: noi tutti esseri umani siamo creativi, quindi abbiamo la capacità di assumere libertà e responsabilità individualmente, come persone, per poi unirci nella capacità di portare il creativo e l’innovativo nel mondo.

Cosa suggerirebbe di fare lei per valorizzare i talenti nazionali e in particolare i giovani? Cosa possono fare le istituzioni per creare un contesto “favorevole” all’emergere di giovani artisti?

Tutti i giovani del mondo hanno imparato attraverso l’arte ad essere più autonomi e capaci di esprimersi. La creatività è diventata l’elemento portante della trasformazione nel mondo, non soltanto in senso tecnologico, ma anche in senso umano. Noi abbiamo bisogno di un Rinascimento nuovo. Io credo che, in Italia, il Rinascimento di cui ho detto abbia già storia. Una nuova storia deve ripartire dall’Italia: dobbiamo far rinascere la società attraverso l’arte, la creazione e la cultura. Per questo ho creato la Città dell’Arte a Biella: non è grande, solo 1 km2 di spazio, ma raccoglie giovani da tutto il mondo che vogliono impegnarsi nel connettere attivamente arte e società.

Quali sfide vede per il futuro del settore? Quali opportunità?

L’arte è il motore delle attività umane e quindi non può più essere isolata. C’è bisogno dell’energia, del motore essenziale che sono arte e creatività. Esse non possono vivere soltanto di trascendenza, ma anche di pratica. In questo vivere di pratica diventano un motore che alimenta economicamente la società. Bisogna che anche i governi si occupino di produrre attenzione e spazio là dove l’arte si sviluppa.

Infine avremmo il piacere di chiederle una frase o uno slogan, di sua invenzione, a supporto del progetto Italia Creativa.

Italia Creativa, potrei dire, che significa che questo Stivale non deve dare un calcio a tutta la sua cultura.