Le attività letterarie sono adeguatamente sostenute nel nostro Paese sia a livello pubblico sia privato?
Ci sono moltissime iniziative private che riguardano i libri: presentazioni, conferenze, piccole fiere, letture in teatri, librerie e biblioteche. I privati, soprattutto i giovani, hanno idee nuove sulla promozione dei libri che a volte vengono teatralizzati, accompagnati da musica e immagini. Anche nelle scuole ci sono diverse iniziative, soprattutto nelle classi elementari, meno nei licei. Anche in questo caso gli eventi sono dovuti a insegnanti illuminati che riescono a coinvolgere la distratta scolaresca.
Sono pochissime le iniziative a livello pubblico. E’ un peccato perché gli ultimi dati sull’editoria ci dicono che mentre diminuiscono le vendite di libri nella grande distribuzione (supermercati, autogrill), nelle edicole e nelle librerie, aumentano invece quelle legate agli eventi (mostre, concerti, letture teatrali), e quelle nei luoghi dove i libri vengono presentati, fiere e festival. Quindi il suggerimento è quello di organizzare anche a livello pubblico più eventi a sostegno della lettura e della vendita di libri, magari scontati per i giovani. Eventi nuovi, che partano da idee originali e che sicuramente riunirebbero moltissima gente, anche quella che in libreria non entra mai.
Che cosa suggerirebbe ad un giovane per intraprendere la carriera dello scrittore in modo professionale?
Non penso che nel nostro Paese si possa pensare a una carriera di scrittore. In Italia si legge pochissimo, siamo in fondo alla classifica dei paesi in cui si legge. Il numero dei lettori cosiddetti forti rimane invariato negli anni, non aumenta e non diminuisce. Quindi a leggere molto sono sempre le stesse persone. Inoltre vengono pubblicati troppi libri considerando che una famiglia su dieci non ne ha neppure uno in casa. Detto questo penso che chi voglia intraprendere il mestiere di scrittore debba farlo con grande serietà fin da giovane, leggendo moltissimo, frequentando gruppi di lettura, corsi di scrittura seri, visitando le fiere dei libri, partecipando a presentazioni e conferenze sulla letteratura, cimentandosi nei numerosissimi concorsi letterari che negli ultimi anni vengono proposti in rete. Deve nutrirsi di libri, circondarsi di libri in casa e dedicare alla scrittura e alla lettura una parte della sua giornata. Dovrà però affiancare a quello di scrittore un altro mestiere, o non potrà sopravvivere.
Che impatto ha avuto la rivoluzione digitale sulla sua attività di scrittore?
Per quanto riguarda l’informazione letteraria, la ricerca di documenti, l’acquisto di testi difficilmente reperibili in libreria, i consigli di lettori, la condivisione di giudizi sulle ultime pubblicazioni, è stata per me una rivoluzione assolutamente positiva e oggi indispensabile. Sono però legata indissolubilmente al libro di carta e non vi rinuncerò mai. Utilizzo i libri elettronici solo durante i viaggi o quando i volumi sono troppo costosi e mi servono come studio e documentazione ma spesso compro di nuovo gli stessi libri per poterli avere nella mia libreria.
Il suggerimento è quello di organizzare anche a livello pubblico più eventi a sostegno della lettura e della vendita di libri, magari scontati per i giovani.
Cinzia Tani