Cos’è nel suo settore la creatività?
Bisogna riconoscere che la creatività da sola non basta. Ha bisogno di una “filiera”, che va dall’editor al libraio. Non esiste più lo scrittore chiuso nel proprio pensatoio che, coi pugnetti sulle tempie, partorisce un capolavoro. L’editore, poi, ha un ruolo fondamentale d’indirizzo e sostegno. Alcuni grandi gruppi editoriali sono solo alla ricerca del fenomeno da classifica (da baraccone!). L’editore vero coltiva lo scrittore, la sua creatività. L’editore e lo scrittore non dovrebbero contare i lettori di oggi (deprimendosi con le statistiche), ma puntare sempre a quelli di domani.
Quali le eccellenze italiane e come valorizzarle?
L’Italia potrebbe vantare straordinarie eccellenze. Ma ci sarà pure un motivo per cui il personaggio letterario italiano più conosciuto al mondo è ancora Pinocchio!
Durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Londra, gli inglesi hanno celebrato i loro personaggi letterari più famosi: James Bond e Harry Potter. Nessun riferimento a Shakespeare. Se assegnassero le Olimpiadi a Roma, chi celebreremmo? Gli unici argomenti narrativi che siamo in grado di esportare al momento riguardano mafia e Vaticano. Il resto è anonima provincia, neo-realismo stantio. Una volta sapevamo raccontare i western, la fantascienza, il poliziesco, il thriller. Abbiamo ucciso «il genere» e, con esso, la fantasia. Nel resto del mondo è la letteratura di genere che mette in contatto genti e culture diverse. Che senso ha parlare di eccellenze se la creatività di genere in Italia, salvo sporadici casi, è considerata di serie B?
Quale ruolo hanno i giovani nel suo settore?
I giovani non sono una risorsa, ma un’opportunità. I programmi scolastici ministeriali li deprimono. Pretendiamo che costruiscano il futuro insegnandogli solo il passato. Come possono appassionarsi alla lettura leggendo solo autori morti da decenni o da secoli? Dobbiamo liberarli dalla noia, portare nelle scuole gli autori contemporanei. Sdoganare l’idea che leggere libri non è solo utile, ma è soprattutto divertente! I giovani non sono il futuro, sono il presente.
Qual è il ruolo del libro italiano all’estero?
A parte qualche sporadico caso, il libro italiano all’estero non ha alcun ruolo. La dimostrazione è che il nostro ultimo premio Nobel per la letteratura è un autore teatrale.
Che sfide vede per il futuro del settore? Che opportunità?
Il presente e quindi il futuro della creatività è on demand. Il pubblico vuole essere libero di scegliere “quando” usufruire del prodotto creativo e questo cambierà inevitabilmente anche il “come” proporlo. Le serie tv, per esempio, stanno soppiantando il cinema perché le piattaforme permettono allo spettatore di scegliere “quanto” vedere e nel tempo che ritiene più conveniente per sé. In questo nuovo scenario, paradossalmente, lo strumento on demand per eccellenza è proprio il libro: lo puoi lasciare e riprendere quando vuoi. Forse è per questo che resiste da secoli. Ma per sfidare il futuro dovremmo abbandonare l’idea che lo scrittore sia più importante della storia che racconta. Il “romanzo d’autore” è un’inutile perversione intellettuale, una catastrofe snob, una iattura per qualsiasi tipo di creatività.
Slogan per Italia Creativa.
La tua creatività è nascosta in un libro. Trovala.
Foto di Emiliano Narcisi
La tua creatività è nascosta in un libro. Trovala.
Donato Carrisi