Le attività letterarie sono adeguatamente sostenute nel nostro Paese sia a livello pubblico sia privato?

Credo che prima di gettare ogni eventuale sostegno al vento, sia necessario rieducare il pubblico alla lettura. Prima di deliberare interventi a pioggia (o, peggio, per i soliti noti), sarebbe opportuno che ogni aiuto andasse indirizzato a un rilancio della lettura e della conoscenza in generale.

Che cosa suggerirebbe ad un giovane per intraprendere la carriera dello scrittore in modo professionale?

Direi quello che dico a tutti i giovani che si dilettano con lo scrivere negli incontri che amo tenere presso le scuole: non smettete mai.

Non pensate a folle di lettori: se siete bravi e avrete fortuna arriveranno anche quelli. Pensate invece che lascerete memoria e la memoria è il solido mattone su cui costruire ogni futuro. Paradossalmente la nostra civiltà tecnologica è priva della memoria dei singoli nuclei: a malapena ci ricordiamo le gesta dei nonni. Quando invece i nonni ci radunavano attorno alla stufa e cantavano le loro fiabe, le storie di famiglia diventavano epiche.

Che impatto ha avuto la rivoluzione digitale sul sua attività di scrittore?

Divido gli effetti dell’avvento del digitale in attivi e passivi. I primi sono rappresentati dalla meravigliosa capacità che il sapere universale a portata di click ha regalato alla mia generazione e a quelle che verranno. Ogni ricerca, nell’era digitale, diventa più facile e veloce.  I secondi sono rappresentati da una diversa modalità di lettura che lascia il lavoro di scrittore sostanzialmente indifferente: se le opere vengono lette in formato cartaceo o su un tablet, poco cambia per chi scrive. Modifica invece il ruolo dell’editore e la diffusione delle opere edite in proprio: tutti hanno l’opportunità, on line, di autopubblicarsi e tentare il gradimento del pubblico (un approfondimento a parte meriterebbero i risultati, spesso deludenti, del self-publishing). L’editore, invece, parrebbe bypassato dal fenomeno dell’autopubblicazione. Non so quanto, nel futuro, questo processo giungerà a compimento e l’editore diventerà merce rara quanto, oggi, il riparatore di carrozze. Vero è che, se così fosse, il ruolo dell’editore stampatore a divulgatore del prodotto potrebbe riciclarsi in quello di mero garante del brand del prodotto stesso: «comprate i supporti digitali degli autori della mia scuderia perché io, suo editore, garantisco di pubblicare i migliori romanzi di avventura piuttosto che d’amore, storici, saggistici etc etc.»

Un cenno merita comunque la volgarizzazione dell’opera a causa della facilità di diffusione con copie non autorizzate. Il dramma della pirateria digitale impatterebbe sulla scrittura in maniera assai più incisiva di quanto non sia accaduto o accada nel settore musicale, dove le esibizioni pubbliche canore sono diventate un cespite di tutto rilievo per gli artisti. Gli scrittori certo non potrebbero sostentarsi con le conferenze o le presentazioni dove non sono generalmente previsti compensi. E quindi il rischio non troppo remoto è che la scrittura si riduca ad attività hobbistica con tutte le limitazioni che ne derivano.

Slogan per Italia Creativa.

Scriviamo il tuo futuro da sempre.

Scriviamo il tuo futuro da sempre.

Marco Buticchi