Le attività letterarie sono adeguatamente sostenute nel nostro Paese sia a livello pubblico sia privato?
Naturalmente no. La prima formazione, quella pubblica scolastica, ha forti carenze strutturali; le scuole di formazione private di scrittura creativa, tranne lodevoli eccezioni, non formano un bel niente; l’editoria è in crisi; le piccole e diffuse librerie, mai sostenute, vanno scomparendo; i lettori lasciano il posto agli spettatori.
Che cosa suggerirebbe ad un giovane per intraprendere la carriera dello scrittore in modo professionale?
Di studiare a fondo, anche una materia non letteraria, ma imparando il metodo. Di leggere tutto il possibile, anche a voce alta. Di fare molti lavori, specialmente non letterari. Di viaggiare. Di studiare i diversi stili degli scrittori preferiti e poi di trovare il proprio senza imitarne nessuno.
Che impatto ha avuto la rivoluzione digitale sulla sua attività di scrittore?
Di massima semplificazione, per la velocità delle ricerche che consente. Di massima complicazione per la vastità degli spunti che offre. Ma mai abbastanza da sostituire gli appunti scritti a penna e le passeggiate per il mondo.
L’editoria è in crisi; le piccole e diffuse librerie, mai sostenute, vanno scomparendo; i lettori lasciano il posto agli spettatori.
Pino Corrias