Parliamo del valore della creatività: che cos’è per lei? Che ruolo ha nel suo lavoro?
Nel settore dell’editoria per bambini e ragazzi si può parlare di creatività diverse che si intersecano a vari livelli. Ogni libro è frutto di una idea creativa, sia essa proveniente dall’autore, dall’illustratore o dall’editore stesso… L’una può precedere l’altra e cambiare anche il segno della precedente. Un testo illustrato in modo poetico e pittorico avrà una valenza diversa rispetto allo stesso testo illustrato in modo fumettistico. Lo stesso libro ha bisogno di una creatività di tipo grafico, dovendo mettere insieme illustrazioni e testo nella maniera migliore e a volte più originale. Da questo punto di vista a mio parere l’editoria per ragazzi ha una creatività articolata e complessa. Vi sono casi in cui alcuni titoli hanno segnato una svolta, come i libri di Leo Lionni che cinquant’anni fa hanno messo in discussione la stessa forma del libro, o più recentemente l’introduzione dell’immagine come parte della narrazione nei libri destinati anche ai ragazzi più grandi. Anche la composizione del catalogo di un editore può richiedere una dose di creatività: per sapere percorrere strade inesplorate, saper cogliere ed elaborare i sentimenti e i desideri del pubblico offrendo risposte che sappiano oltrepassarli.
Qual è secondo lei e relativamente al suo settore il ruolo dell’Italia nel mondo?
Da questo punto di vista in Italia vi sono eccellenze soprattutto nel campo dell’illustrazione. La lunga tradizione artistica del nostro paese, l’interesse di moltissimi giovani per questo campo ha prodotto molti ottimi illustratori che hanno saputo anche imporsi sul piano internazionale. Gli albi illustrati sono infatti tra i libri più tradotti e importati all’estero, mentre rimane una maggiore difficoltà per i romanzi, dove la concorrenza anglosassone è molto forte grazie a una tradizione di valide scuole di scrittura e bravi editor all’interno delle case editrici. Tradizione meno presente in Italia dove si fa ancora fatica a coniugare il concetto di creatività con regole e disciplina necessarie a creare una storia che possa incontrare il pubblico dei giovani lettori.
Cosa suggerirebbe di fare per valorizzare i talenti nazionali e in particolare i giovani?
In Italia il pubblico di riferimento per questi libri è soprattutto quello dei professionisti e degli specialisti. Tra il pubblico prevale ancora un gusto tradizionale. Premi e festival possono contribuire a valorizzare i migliori talenti e lo sguardo originale e innovativo. La via migliore tuttavia è cercare di vendere all’estero i nostri libri di qualità. Si trova in questo modo un pubblico molto più ampio e la fortuna all’estero a volte si riverbera anche sul mercato interno permettendo una migliore circolazione dei libri.
Molti illustratori e autori sono giovani. Escono dalle scuole e provano a inserirsi nel mondo dell’editoria. Va detto che la gran parte di questi giovani non riesce a trovare una collocazione nel mondo editoriale. Si tratta di un mondo estremamente selettivo, anche perché fa riferimento a un mercato di piccole dimensioni. Davvero riescono ad emergere solo i migliori o in altri casi i più versatili, che riescono ad adattare la propria creatività alle esigenze del mercato.
Che sfide vede per il futuro del settore? Cosa bisognerebbe cambiare?
La sfida più grande oggi è infatti quella di allargare il mercato. Il tasso di lettura in Italia è molto basso per un paese occidentale. Questo restringe di molto le possibilità di produrre, inventare libri che abbiano anche un risultato economico positivo per l’editore. Un’altra sfida è l’internazionalizzazione. I libri per bambini e ragazzi spesso richiedono una manifattura complessa, possibile solo ad alte tirature. Poiché queste tirature non sono assorbibili dal mercato interno è necessario trovare dei partner all’estero. La terza sfida è il digitale che non ha ancora trovato una strada convincente per integrarsi con i libri per bambini e ragazzi. Le applicazioni che accompagnano i libri cartacei o gli e-book hanno ancora una circolazione molto limitata. La mia impressione è che non si sia ancora imboccata una strada di reale valorizzazione dei libri per bambini e ragazzi attraverso il digitale. Quando avverrà sarà una vera rivoluzione.
Bisogna saper cogliere ed elaborare i sentimenti e i desideri del pubblico, offrendo risposte che sappiano oltrepassarli.
Renata Gorgani