Lei presiede la Federazione Industria Musicale Italiana, il soggetto cioè che più di ogni altro vive le trasformazioni generate dalla Rivoluzione digitale con l’avvento dei nuovi modelli di accesso ai servizi musicali. In che modo l’industria che lei rappresenta può trasformare questo fenomeno in un’opportunità?
Il digitale è già “new normal” per le case discografiche e in media oltre il 35% dei ricavi oggi arriva dai nuovi servizi musicali. Si tratta quindi molto di più di un’opportunità perché di fatto in pochi anni tutto il settore sarà completamente rivoluzionato dai new media. Dal punto di vista dei consumatori l’accesso al contenuto è sempre più ampio e con modelli di fruizione molto innovativi anche sul piano dei costi. Dal punto di vista artistico la comunicazione con i fan e l’interazione con essi su vari fronti, ad esempio anche a livello social media, si è sviluppata moltissimo, grazie alle nuove tecnologie.
Sempre più spesso i giovani vedono la musica non solo come un prodotto di cui godere ma come un mestiere da intraprendere, anche per l’ampio spazio che viene riservato in televisione ai talent. Crede che lo scenario italiano sia pronto a valorizzare e favorire le nuove generazioni di artisti? Cosa potrebbero fare di più le istituzioni nazionali e quelle locali?
In premessa va detto che il repertorio italiano resta molto forte con oltre il 50% degli album venduti nel nostro Paese realizzati da artisti locali. Per sostenere questa caratteristica bisogna proseguire sulla strada degli incentivi, sul modello del tax credit, che è stato attuato dal Governo nel 2015, magari integrandolo con provvedimenti anche a livello locale, tipo la creazione di Music Commission regionali che incentivino la produzione.
Come Presidente di una federazione lei ha sicuramente chiara l’importanza del fare squadra tra soggetti con interessi convergenti. C’è una lezione sul fare squadra che ha imparato nel suo ruolo nell’ambito dell’industria musicale che secondo lei è valida anche negli altri settori dell’industria creativa italiana?
Sicuramente gli sforzi comuni realizzati dalla filiera sul tema del diritto d’autore, sia sul piano europeo che nazionale hanno consentito di raggiungere importanti risultati per l’industria musicale, penso ad esempio al fronte della copia privata o della regolamentazione nell’ambito della lotta alla pirateria. La creazione poi di una vera e propria coalizione dei titolari dei diritti con Confindustria Cultura Italia, della quale FIMI è stata una attiva promotrice, ha segnato un ulteriore importante esempio di fare squadra tra soggetti che rappresentano settori diversi dell’industria creativa.
Infine avremmo il piacere di chiederle una frase o uno slogan, di sua invenzione, a supporto del progetto Italia Creativa.
La creatività che nutre la mente e genera cultura.
La creatività che nutre la mente e genera cultura.
Enzo Mazza