Con il secondo studio sull’Industria Culturale e Creativa in Italia si vuole proseguire il cammino iniziato lo scorso anno, attraverso una prima verifica dell’evoluzione delle grandezze economiche e occupazionali e, soprattutto, attraverso una lettura più profonda dei fenomeni e delle dinamiche che caratterizzano e caratterizzeranno in futuro le prospettive del settore nel nostro Paese.
I positivi riscontri ricevuti con il primo studio hanno consentito di selezionare i temi da approfondire e di indirizzare la nuova ricerca sulle determinanti del valore economico attuale e soprattutto potenziale di un settore caratterizzato anche da rilevanti minacce da fronteggiare.
Rispettata l’articolazione per sottosettore, ci si è concentrati maggiormente sui trend trasversali che sono stati affrontati in maniera profonda e pluridimensionale.
L’impatto della digitalizzazione ha rappresentato uno dei temi chiave, dove la valutazione specifica delle implicazioni per ciascun anello della catena del valore si è dimostrata essere l’analisi a maggior significatività sia a livello complessivo, sia per ciascuno dei sottosettori. Le nuove tecnologie e il digitale possono avere ricadute positive sull’intera filiera creativa, stimolando sinergie e contaminazioni tra i diversi settori, generando nuove opportunità di monetizzazione.
L’altro elemento di forte caratterizzazione di questa seconda edizione dello studio è la chiara ricerca di linee e di spunti di propositività. Un esempio è rappresentato dall’iniziativa che l’intero movimento di Italia Creativa ha deciso di sottoscrivere e di presentare con una lettera indirizzata ai principali stakeholders nazionali ed internazionali, per la richiesta di sostegno e supporto a difesa dell’Industria Culturale e Creativa italiana.
L’aver quantificato e qualificato il valore potenziale dell’industria porta necessariamente a considerare come sempre più urgente l’azione coordinata e decisa di monetizzazione del potenziale stesso, per garantire al Paese di non perdere ulteriore tempo e raggiungere una leadership internazionale che non solo è possibile, ma che è il posizionamento che, riteniamo, all’Italia spetti realmente di diritto.
Per EY Italia Creativa rappresenta da un lato un profondo orgoglio, dall’altro una sfida significativa, nel migliorarsi per incrementare il proprio contributo complessivo all’Industria Culturale e Creativa e nell’adoperarsi per fare emergere ed esprimere in modo strutturato concetti e pensieri pronti per essere trasformati in azione. La chiara evidenza di potenzialità che non sono irraggiungibili, ma che per lungo tempo sono rimaste tali, deve essere lo stimolo, che noi per primi sentiamo, a far crescere la tensione e l’urgenza di effettuare un vero e proprio cambio di passo. Siamo fermamente convinti che la contaminazione dei settori creativi e culturali con il restante mondo industriale possa portare nuovo valore all’economia complessiva. Nuove sfide chiedono, ad esempio alla stessa industria dei servizi, di evolversi e di generare soluzioni sempre nuove e originali: ciò sarà possibile solo nel momento in cui cultura e creatività assumeranno un ruolo di rilievo all’interno dell’intero comparto industriale.
Crediamo fermamente in questo e di conseguenza ci identifichiamo pienamente con lo slogan che Italia Creativa ha scelto di darsi questo anno: “L’Italia che crea, crea valore”.
Andrea Bassanino
Partner EY