Le opere dell’ingegno in tutti i settori della cultura e dello spettacolo non solo rappresentano il bello dell’Italia nel mondo ma sono anche linfa vitale per l’economia del nostro Paese.
Oltre a confermare il ruolo strategico dell’Industria della creatività in Italia – che con più di 1 milione di occupati e un fatturato di 48 miliardi di euro nel 2015 rappresenta un settore trainante per la nostra economia – in questa seconda edizione dello Studio “Italia Creativa” abbiamo voluto andare oltre e porre l’accento su quelle che sono le opportunità di ulteriore crescita, individuando i fenomeni da contrastare per recuperare un valore che altrimenti va perso.
Le stime che EY ha effettuato parlano chiaro: il valore potenziale dell’Industria della cultura e della creatività in Italia può raggiungere i 72 miliardi di euro; questo significa che la ricchezza ancora inespressa è pari a circa 24 miliardi di euro, la metà del fatturato attuale. Senza dimenticare che, se il settore riuscisse a raggiungere una maggiore valorizzazione, potrebbe arrivare a creare oltre 500 mila nuovi posti di lavoro.
L’industria creativa è oggi il terzo settore produttivo italiano più importante sul fronte occupazionale, caratterizzato da una forte innovazione, in cui lavorano molti più giovani e più donne rispetto agli altri comparti dell’industria nazionale. Una filiera in grado di generare un valore che va oltre i semplici ricavi economici, che si alimenta di un patrimonio materiale e immateriale che produce e rappresenta l’anima stessa del nostro Paese. Un’industria per cui l’Italia è riconosciuta, stimata e apprezzata nel mondo, caratterizzata da un’elevata concentrazione di capitale umano in tutti i settori: architettura, arti visive e performative, audiovisivo, libri, musica, pubblicità, quotidiani e periodici, radio e videogiochi, settori che devono essere considerati come un unico organismo che vive di diritto d’autore.
Attraverso Italia Creativa il nostro obbiettivo è far sì che nel nostro Paese e in Europa si possa continuare a creare, contribuendo alla crescita dell’economia: un obbiettivo che vogliamo perseguire e condividere con il nostro Governo. Perché, mi piace sottolineare, siamo e ci sentiamo l’Italia che crea e che crea valore, ma soprattutto il nostro commitment è quello di continuare a farlo sempre meglio.
Grazie alla collaborazione delle 26 principali associazioni di categoria e all’analisi di EY, abbiamo analizzato le due principali minacce che frenano lo sviluppo del settore creativo: il value gap e la pirateria. Il divario tra il valore ricavato da alcuni intermediari tecnici, attraverso le diffusione online dei contenuti creativi e il valore minimo che viene riconosciuto agli autori dei contenuti, grava per circa 200 milioni di euro sulla filiera. Gli operatori dell’industria creativa, tra i quali anche la Società Italiana degli Autori ed Editori, hanno attivato un dialogo con le istituzioni italiane ed europee per delineare le linee guida della proposta di revisione normativa del mercato unico digitale attualmente in fase di discussione e approvazione.
Se i motori di ricerca, i social media, le piattaforme in rete sono una importante vetrina per la diffusione capillare ed in tempo reale dei prodotti creativi, è grazie anche alla qualità dei contenuti che gli intermediari tecnici massimizzano i loro profitti. Da una parte abbiamo quindi gli intermediari tecnici che puntano a massimizzare i profitti minimizzando i costi legati ai contenuti, dall’altra i titolari di diritti che giustamente richiedono un riconoscimento pieno degli sforzi produttivi che in ultima istanza determinano la fruizione.
Anche la pirateria rappresenta un business rilevante, con un valore stimato di 8 miliardi di euro alla luce dello scenario tecnologico attuale, in cui lo streaming e i download hanno superato lo scambio peer-to-peer. È incoraggiante però la percezione e la sensibilità del pubblico su questo fenomeno, in particolare di quello giovane.
Nel contesto di un mercato sempre più globale e digitale la garanzia per poter continuare a creare è la tutela del diritto d’autore che assicura la libertà di chi crea e il giusto compenso al lavoro autoriale, proteggendo la nascita e la vita delle opere immateriali. È uno strumento al passo con i tempi e che consente di generare nuova cultura nel rispetto anche del passato.
Il nostro Paese vanta uno dei più consistenti patrimoni al mondo: quello dell’arte e della cultura. Abbiamo un dovere morale che è quello di tutelarlo e di farlo vivere e prosperare convogliando l’energia dei giovani nella creatività e nelle imprese, consentendo che alle loro creazioni venga riconosciuto il giusto valore. Dobbiamo far sì che il nostro passato ricco di gloria possa proiettarsi nel futuro, raggiungendo risultati artistici ed economici straordinari. Si tratta di una sfida che possiamo raccogliere e che possiamo vincere. Perché l’Industria Culturale e Creativa non è soltanto la punta di diamante del nostro Paese, ma è una risorsa economica strategica, in grado di fare da traino anche agli altri settori.
Filippo Sugar – Presidente SIAE
Credit Marco Rossi
Filippo Sugar
Presidente SIAE